Ritrovare
Aligi Sassu a Monza, nella stessa Galleria Civica che
nel 1965, 50 anni fa, aveva accolto una sua mostra
dedicata all’opera grafica, è indubbiamente
emozionante.
Allora
fu Mario de Micheli, con un contributo scritto di
Salvatore Quasimodo, a tracciare di Sassu un sintetico
ma efficace ritratto di un artista e un intellettuale
che aveva già attraversato gran parte del XX secolo
lasciando un’impronta originale nell’arte italiana.
Sassu
in occasione di quella mostra aveva lasciato ai Musei
Civici un dipinto del 1942, il
tavolo a scacchi, di intrigante sceneggiatura, dove
personaggi e oggetti in un interno di caffè sono
avvolti e irretiti da una pervasiva cromia rossa, uno
dei suoi marchi di fabbrica più riconoscibili. Si
trattava di un soggetto che con alcune varianti era
stato inserito in un album di grafiche edito dallo
stesso Sassu.
Bello
e naturale dunque celebrare il ritorno di Sassu alla
Galleria Civica di Monza inserendo nell’esposizione il
dipinto entrato a far parte delle collezioni civiche
monzesi.
Vadano dunque i miei ringraziamenti a quanti hanno
permesso la realizzazione della mostra. A
Carlos Julio Sassu Suarez per aver condiviso e
supportato il progetto, al prof. Pier Franco Bertazzini
per il contributo scientifico, a Corrado e Giuseppe
Catania, sponsor dell’iniziativa e infine al personale
del mio assessorato che ha fattivamente collaborato
all’organizzazione.
Sono
certa che i visitatori ancora una volta potranno
apprezzare la qualità di un celebre artista ormai
consacrato da critica e mercato.
L’Assessore
alle Politiche Culturali - Comune di Monza
Francesca Dell’Aquila
ALIGI
SASSU: come nasce un'opera
di Natalia Sassu Suarez Ferri
L’arte
non è subito e solo pittura e scultura, ceramica e incisione. Per alcuni
artisti il processo creativo delle grandi opere che conosciamo e amiamo nasce da
un’annotazione sul margine di un libro, da uno schizzo su un foglio di carta
qualsiasi. Da un’idea che arriva
all’improvviso e che va fermata subito perché non ci sfugga. Aligi Sassu è
un artista che ama bilanciare la spontaneità e la gestualità di un attimo e lo
studio razionale e ordinato di un tema, un colore, una linea. Ho avuto la
fortuna di assistere più volte sia al momento dell’ideazione, dello studio e
della realizzazione di un’opera, e oggi che ho potuto studiare il processo
creativo di artisti completamente diversi da lui, comprendo ancora meglio Sassu
come artista, oltre che come uomo. Sassu è un artista con l’anima e la
disciplina di un ricercatore. Sebbene l’intuizione iniziale sia totalmente
spontanea e istintiva, nello studio che porta ai dipinti, per esempio, nulla è
lasciato al caso. Tutto è studiato meticolosamente. Per questo è interessante
analizzare la sua opera iniziando dal disegno, perché a partire da questo
comprendiamo meglio le sue opere a noi più note. Prendiamo Giunone
e Venere ad esempio. Due sanguigne su carta nate in preparazione di
due sculture. Credo che sia evidente in questi due disegni l’analisi del
volume delle due figure. Una bozza che non è solo dedita ad individuare la posa
migliore o i tratti che meglio rappresentino ciò che per Sassu è la bellezza
nel caso di Venere e la prosperità nel caso di Giunone. Non si tratta solo di
uno studio del mito e della letteratura relativa alle due dee, non si presta
attenzione a simbolismi o iconografie. Qui il disegno è volume, è
tridimensionalità, è materia che avrà poi vita in argilla ma che già qui è
“a tutto tondo”.
Ho voluto dare a questo catalogo e questa mostra un taglio
tematico piuttosto che cronologico. Perché in Sassu, come ho spiegato, il
disegno è principalmente parte di un processo. Allo stesso modo, nella varietà
dei temi trattati da Sassu, ve ne sono alcuni ricorrenti, nel nostro caso mito,
cavalli, Spagna e ritratti di donna. Ogni serie in sé è un continuo ritornare
ai temi più cari, e per questo all’interno di ogni serie si può notare come
l’approccio dell’artista cambi in ogni opera. Diviene quindi più
esplicativo seguire il flusso di pensieri di Sassu all’interno di ogni
tematica, piuttosto che saltando da un cavallo a un paesaggio, a una scena
mitologica. Prendiamo ad esempio proprio i cavalli: i primi in mostra sono delle
teste di cavallo degli anni Trenta, mentre gli ultimi sono i Cavalli
Arrabbiati del 1997. Non vi è solo la lampante differenza tecnica:
inchiostro e matita nei primi due casi e acquerello e acrilico nell’ultimo. I Cavalli
Arrabbiati sono un’opera realizzata all’età di ottantacinque anni, tre
anni prima della morte del Maestro, e questa maturità e disinvoltura di un
colore che non ha nemmeno più bisogno della linea nasce da sei decenni di
esperimenti, successi, e “fallimenti”. Nelle teste di cavallo degli anni
Trenta, il disegno è ancora uno
studio anatomico in cui il sentimento del cavallo e dell’artista non hanno
spazio. La rabbia dei cavalli del 1997, al contrario, diventa protagonista
attraverso il colore e la forma, senza più la preoccupazione della perfezione
della linea, ma con un interesse rivolto all’espressione piuttosto che a uno
specchio esatto della realtà, come il titolo stesso dimostra. Per questo si può
dire che all’interno di ogni gruppo tematico si può vedere una transizione,
un’evoluzione verso ciò che l’artista riteneva più importante nello scopo
di fondo che era poi comunicare attraverso le immagini. All’interno della
serialità risiedono infatti l’anima e il carattere di Sassu, le sue passioni
e la sua natura umana. Non a caso i temi da lui più frequentati sono i cavalli
della sua Sardegna, il mito del suo Mediterraneo, i paesaggi della Spagna, da
lui vissuta come una seconda Sardegna. E all’interno di ognuna di queste
tematiche se ne racchiudono anche altre, gli Uomini
Rossi nel mito di Castore
e Polluce, il sacro nelle divintà dell’Olimpo, l’illustrazione
letteraria nell’Arianna Abbandonata.
Un discorso a parte va fatto per la piccola sezione qui dedicata alla grafica.
Abbiamo voluto racchiudere in una mostra delle opere inedite che contribuissero
a far meglio conoscere e comprendere l’opera di Sassu. E la grafica è una
parte importante della sua produzione, un processo meccanico che permette
l’esaltazione del colore, una collaborazione tra la mente dell’artista e la
macchina che ne stampa le tonalità. Le due tematiche scelte per la grafica sono
i cavalli e il mito, già trattati nella sezione dedicata ai disegni, e che per
questo offrono un ulteriore termine di paragone tra idea, manualità ed
esecuzione finale. Nella cornice della sua Brianza, ecco un Sassu inedito nelle
sue innumerevoli sfaccettature di linee, colori ed emozioni. Un gruppo di opere
che parlano per lui e di lui, del suo modo di pensare, lavorare, creare.
SCHEDA
MOSTRA
Aligi
Sassu Ritorno a Monza
Dal 30 ottobre al 22 novembre 2015
Patrocinio
Associazione Culturale Amici dell'Arte di Aligi Sassu
Curatore
Natalia Sassu Suarez Ferri
Spazio Espositivo
Galleria Civica di Monza
Data e Orario:
martedì a Venerdì: 15.00
- 19.00
sabato e domenica: 10.00 - 13-00 / 15.00 -
19.00
Ingresso libero
Organizzazione
Comune di Monza
Archivio Aligi Sassu - Carate Brianza (MB) info@archivioaligisassu.it
Ufficio Stampa
Comune
di Monza
Catalogo
a cura di Natalia
Sassu Suarez Ferri
Stampa e legatoria Edizione
Gr Besana in Brianza (MB)
Con
il contributo di:TOTEM, Banco di Desio, Media Partner:
Il Cittadino
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